Cambiamenti climatici

Architetto Alessandro Barciulli


Da tempo, oramai, stiamo tutti vivendo ed osservando i cambiamenti climatici che continuano a coinvolgerci;  forse inizialmente eravamo convinti che si trattasse di un periodo particolare, magari con la convinzione di tornare alla "normalità" che abbiamo conosciuto. 

In realtà, il clima sta cambiando, come sempre è stato; basta guardare indietro nel tempo e nella storia.  A volte i cambiamenti sono stati così lenti da risultare inavvertibili, ma a volte così repentini da sorprendere e mutare subito l'esistente.  La terra non è statica, è in continua metamorfosi e dobbiamo renderci conto di abitare un pianeta vivo, perciò mutevole.

Non è mia intenzione fare previsioni metereologiche né voglio sostituirmi a tanti validissimi esperti del settore, ma credo sia importante riflettere su come l'edilizia, in generale, e l'architettura, in particolare, debbano adattarsi ai cambiamenti climatici indubbiamente in atto nel nostro paese.


Da sempre attento alla qualità ambientale delle costruzioni, sia nel rispetto dell'ambiente nel quale si costruisce che nel rispetto della qualità abitativa degli edifici per il benessere dei propri abitanti, i cambiamenti climatici, così evidenti negli ultimi anni, ma direi in particolare in questo anno, non potevano non costituire un momento di grande riflessione sul come, noi progettisti, dobbiamo affrontare la progettazione di nuovi edifici e soprattutto la loro ristrutturazione.

Già da tempo ci si interroga sull'impatto dei cambiamenti climatici nelle aree urbane, che costituiscono quella parte del pianeta dove i costi sociali potrebbero essere maggiori (UE 2009, White paper – Adapting to climate change), ma anche nel nostro "piccolo" (l'intervento nel singolo edificio o la realizzazione della piccola lottizzazione residenziale), risulta quanto mai importante affrontare la progettazione con un occhio molto attento verso lo studio delle recenti tendenze climatiche della zona, anticipare la progettazione dell'involucro edilizio con uno studio approfondito delle caratteristiche geo morfologiche del luogo, individuare eventuali punti deboli, analizzare la vegetazione esistente ed indicare le forme di integrazione e protezione, sia nell'ottica della protezione ambientale dai venti forti, sia quale protezione nei periodi di forte riscaldamento solare, sia in funzione della stabilità dei terreni o dei pendii esistenti, affrontare e prevedere un adeguato deflusso e smaltimento delle acque meteoriche e quant'altro possiamo reputare necessario a mitigare l'impatto ambientale che comunque stiamo determinando.

Stiamo andando verso un riscaldamento globale del pianeta, per cui avremo momenti di forte calura intervallati da forti nubifragi con caduta di grandi quantità d'acqua.   Anche la semplice progettazione del giardino, che semplice non è mai stata, non potrà essere solo ornamentale ma dovrà prevedere forme vegetazionali capaci di adattarsi a forte variabilità meteorologica con repentini cambiamenti.

La casa dovrà effettivamente rappresentare il rifugio sicuro per l'essere umano e non solo dagli eventi sismici, ma anche da tutti gli eventi naturali immaginabili; una delle peculiarità future sarà, probabilmente, la intrinseca capacità di adattamento del corpo edilizio.

Si tratta di una nuova sfida che, a mio avviso, non può essere demandata solamente agli organi istituzionali o ai centri universitari e specialistici, ma deve riguardare, sin da subito, tutti noi ed in particolare noi progettisti.

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