Voglio parlare di fotografia, legata all'architettura, ma non solo. La fotografia, per me, è sempre stato un modo, diverso dagli altri, di rappresentare la realtà, ma non solo.
Sin dal primo anno di università, nell'ormai lontano 1976, quando ancora mi chiedevo se architettura fosse la facoltà giusta per me, seguendo il corso di geometria descrittiva del professor Saccardi, iniziarono, all'interno dello stesso, una serie di lezioni di fotografia tenute da un fotografo professionista, di cui, ahimè, non ricordo il nome. Quelle lezioni, tutt'altro che tecniche, mi introdussero all'interno di un mondo così affascinante che consolidò anche la mia scelta verso la facoltà di architettura.
Allora, cos'è la fotografia? O cosa è stata per me la fotografia?
Rappresenta un diverso modo di essere visionari, al pari della pittura e della scultura; la fotografia permette di cogliere l'essenza umana immortalando per sempre un attimo della nostra esistenza, che sia la persona il soggetto o che sia lo stesso fotografo. Certo, è anche la semplice rappresentazione di un manufatto, di un panorama, di un ricordo, di un evento e così via ..... appunto, è un modo di formare ricordi incontrovertibili del mondo che ci circonda, ma è anche il modo di rappresentarli secondo le sensazioni che ci trasmettono.
Senza quelle "lezioni" all'università e la passione che ne conseguì, non avrei avuto la possibilità di guardare dentro una fotografia, di vedere quello che la sensibilità umana può esprimere. Nella camera oscura, ricavata in un piccolo scantinato interrato, avveniva ogni volta il miracolo di veder apparire l'immagine dal nulla, imprimersi sopra un pezzo di carta immerso in particolari acidi dall'odore indimenticabile.
Per forza di cose mi sono trovato a scattare foto legate all'architettura, per lo più foto legate al mio mestiere di architetto, da porre a corredo dei progetti, ma tutt'oggi permane quel senso di sorpresa ed entusiasmo che provo ogni volta che ammiro un lavoro fotografico, qualsiasi esso sia, non importa il soggetto, quello che continua a colpirmi è la personalizzazione con la quale ogni fotografo riesce a cogliere una particolare luce, con tutte le sue infinite variabili, il proprio modo personale di "vedere" un'immagine, una particolare composizione architettonica o un'espressione di un viso, uno stato d'animo o un particolare evento.
Non credo che sia un certo tipo di fotografia che affascina, ma la fotografia nel senso più alto del termine. Credo che sia il più riuscito connubio uomo-macchina dei tempi moderni, anche se credo che nessun fotografo che si rispetti senta la propria macchina fotografica come una "macchina".
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